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Sono una psicologa siracusana e provo una grande passione nel trasmettere il mio pensiero e le mie conoscenze

sabato 18 dicembre 2010

MORALE E POLITICA

MORALE E POLITICA




Continuiamo ad assistere ad inverosimili vandalismi politici, a furti e scempi legalizzati, a scorrettezze e abusi di potere, a corruzioni e poteri di ricatto, a scandali sempre più devastanti ed esasperati. D’altra parte ci si continua a lamentare e a richiedere “dignità” della classe politica, si esige etica, correttezza, modelli comportamentali che dovrebbero essere ispirati in qualche modo, ad una qualsivoglia forma di moralità. Mi viene da pensare che forse c’è un errore d’impostazione di pensiero. Certamente la classe politica dovrebbe necessitare di un’etica che guidi e regoli i comportamenti di chi siede al potere, perché questi possano fungere da modelli per migliorare la condizione di vita di tutti i cittadini, ma la storia, soprattutto gli ultimi tempi di questa politica, non ci porta a pensare che i politici in quanto tali siano disposti a poter essere “moralizzati”(qualunque possa essere il tipo di morale, ma mi riferisco ad un tipo di etica genericamente super partes): sembra piuttosto che i giochi di potere e le dinamiche all’interno della classe politica non siano tanto guidati da meccanismi che evocano concezioni legate all’etica, quanto più specificatamente dal perseguire in via esclusiva gli interessi di ognuno. In breve, se la smettessimo di inorridire giorno dopo giorno davanti gli svariati scandali ora dell’uno ora dell’altro, potremmo dedicarci maggiormente ad esigere il semplice dovuto rispetto delle regole, delle leggi e dei programmi scritti. Se acquisissimo una modalità di pensiero più pragmatica, finalizzata infine solo ad ottenere per i cittadini giusti diritti e leggi adeguate miranti a far crescere il paese sotto il profilo economico e culturale in genere, si eviterebbero anche sporche speculazioni e soprattutto spreco di tempo e di energie… intere trasmissioni televisive o infinite pagine di giornali dedicate ai comportamenti e ai festini di Berlusconi, alle veline, alle abitudini sessuali di questo o quel ministro… è uno spreco di intelligenza. Le leggi scritte, le regole costituzionali, gli obiettivi strettamente tecnici, finalizzati ad equilibrare realisticamente la vita dei cittadini, sotto il profilo economico e socioculturale, non necessariamente devono attraversare e coincidere con una concezione di stampo “morale”. Togliamoci una volta per tutte questo desiderio, o forse questo bisogno, di giustizia morale, di rispetto per le minoranze e per le diversità, di coerenza e simili… i politici non hanno mai trasmesso “moralità” e oggi più che mai il nostro paese è ricoperto da una coltre terribile di amoralità, di indecenza, di indifferenza, di violenza. La questione morale in politica esiste da sempre, oggi si è solo drammaticamente aggravata. La mentalità di un paese è un’altra cosa e non credo si possa sperare che sia la politica di potere a fornire un modello etico sano, funzionale e prospero… la costruzione di una società migliore all’interno di un paese migliore si può realizzare invece con la collaborazione e il contributo di coloro i quali per definizione vengono chiamati “intellettuali”. Nel nostro paese stanno scomparendo gli intellettuali, i pensatori, i “persuasori”… come li definiva Gramsci. Lo stesso Gramsci sosteneva che nessuna trasformazione sociale poteva essere attuata senza il contributo attivo degli intellettuali… sono gli intellettuali che hanno una fondamentale importanza nella formazione delle coscienze, delle ideologie, delle mentalità. Forse il vero problema della nostra Italia è che sono inspiegabilmente spariti i pensatori che con la loro forza di pensiero sarebbero in grado di guidare la coscienza di un paese. Se esistessero veri intellettuali in Italia, con ogni probabilità non potrebbe esistere un Berlusconi!



Francesca Cianci

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