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Sono una psicologa siracusana e provo una grande passione nel trasmettere il mio pensiero e le mie conoscenze

lunedì 12 ottobre 2009

la depressione. di Francesca Cianci

LA DEPRESSIONE: CONOSCERLA PER AFFRONTARLA.

Parlare di depressione spesso non è semplice neanche per gli "addetti ai lavori". Molto è stato discusso attorno all'argomento. La mia intenzione non è quella di descrivere la depressione tanto da un punto di vista clinico-scientifico quanto affrontare il tema da un punto di vista più strettamente umano; questo aspetto è forse in un certo senso ancora troppo poco conosciuto. E' da dire che la depressione in senso generico equivale a dolore, ad un vuoto e ad un disagio incolmabile e non facilmente descrivibile né da chi ne è affetto, tantomeno da chi sta accanto ad una persona depressa. Mi accingo a descrivere solo genericamente tale condizione nel tentativo di far conoscere i sintomi e le caratteristiche principali per avere la possibilità di riconoscerla e poterla affrontare nel modo più adeguato. Spesso si parla di depressione in modo improprio e oggi più che mai questo termine risulta inflazionato. Frequentemente sentiamo dire o diciamo noi stessi: "oggi mi sento depresso". La depressione non riguarda chi, per un motivo qualsiasi,si senta di malumore o un po’ scoraggiato. E' uno stato che comporta una condizione patologica, di seria malinconia, con caratteristiche precise e per poter parlare di depressione occorre che questo stato mentale di "forte disagio" duri almeno oltre le 2 o 3 settimane in modo persistente. Sostanzialmente la depressione è un "disturbo del tono dell'umore" più o meno intenso. Solitamente tutti noi siamo soggetti a variazioni dell'umore dovute a fattori vari: stanchezza, contrarietà, stress, frustrazioni varie, condizioni ormonali per la donna, ecc…, ma questi cambiamenti umorali normalmente non durano più di qualche ora o al massimo qualche giorno; e in ogni caso il nostro cervello continua a funzionare più o meno come sempre, ovvero questa condizione è transitoria e non risulta invalidante. Fin qui dunque non siamo nell'area patologica. Diversamente, la vera depressione non dura qualche giorno ed è uno stato di "malinconia" molto marcato; soprattutto non è direttamente legato alle circostanze cui si è accennato finora. La depressione vera è intesa proprio come "disturbo psichico", quindi è da considerarsi in un certo senso come uno scompenso emotivo e mentale, e conseguente non ad una ma a più cause concomitanti. Va considerato peraltro che in questa patologia la predisposizione ereditaria ha un peso consistente, anche se questo aspetto può non rappresentarne la causa determinante; può avere però una valenza nel gioco degli intrecci con altri fattori che si sono presentati nel corso della vita della persona affetta da questo male (lutti, infanzia difficile, malattie, difficoltà varie, ecc…). Un criterio per riconoscere una depressione patologica è dunque il prolungarsi dell'umore malinconico, anche quando tale umore possa essere stato causato da eventi forti quale un lutto. Se il sentimento di reazione, inizialmente adeguato, diventa eccessivo nel tempo, siamo in presenza di una vera depressione,

Nella depressione patologica, per intenderci, c'è sempre qualcosa di sproporzionato, di eccessivo, dunque: o una malinconia eccessiva, o troppo protratta nel tempo, o troppo marcata rispetto agli eventi di cui può anche essere conseguenza, o addirittura ingiustificata rispetto alle cause apparenti.

Successivamente mi occuperò di approfondire le caratteristiche più evidenti.

1^ puntata

Dott.ssa Francesca Cianci

Psicologa - Psicoterapeuta

fracianci@alice.it

LA DEPRESSIONE "PATOLOGICA"

Ho già precedentemente tentato di delineare un quadro generico sottolineando la differenza tra uno stato d'animo depressivo transitorio e quella che invece si può definire "depressione patologica". E' necessario ripetere che la persona depressa si trova in uno stato d'animo diverso da chi è momentaneamente "afflitto" da malinconia o da uno stato di disagio emotivo momentaneo. La persona depressa solitamente ha la sensazione di trovarsi dentro un tunnel buio; è priva di desideri; non prova piacere in nessuna delle cose che magari faceva precedentemente al sorgere di questo stato; non prova interesse tantomeno gioia in nessuna circostanza; non ha la capacità né vede alcun motivo per cercare di reagire alla condizione di "cupezza"; non vede spiraglio alcuno, né prospettiva di miglioramento; sente questo stato come perenne e definitivo; si sente in colpa per qualunque cosa e vive tale disagio come un "giusta punizione"; non si sente malata ma, al contrario, crede di essere realmente colpevole per qualche strano motivo; non si sente degna di vivere; si considera incapace e nettamente inferiore agli altri; ritiene che il mondo sia cattivo e che nessuno può capire il suo stato; ha un atteggiamento di sfiducia, di indifferenza e di distacco nei confronti del mondo intero. La persona depressa è impregnata di sofferenza e di dolore, ed è convinto che nessuno possa aiutarla. Di conseguenza molte persone affette da depressione sono spinte a gesti estremi perché percepiscono l'ineluttabilità di tale condizione. A questi stati d'animo si accompagnano spesso sintomi più specificatamente fisici e comportamenti conseguenziali: insonnia, difficoltà nell'addormentamento, risveglio precoce, inappetenza o appetito smodato, senso di stanchezza e di affaticamento eccessivo, lentezza nei discorsi e nei movimenti, chiusura e tendenza all'isolamento, perdita del desiderio sessuale; spesso è associata anche una componente d'ansia. Solitamente il momento peggiore della giornata è il risveglio, mentre ci si sente leggermente più sollevati durante le ore serali. Tutto questo rende la depressione una condizione veramente dura da sopportare ed estremamente angosciante anche per che vive accanto ad una persona depressa. Nella maggio parte dei casi la sintomatologia depressiva si manifesta a cicli. Compare durante un periodo di tempo, poi si attenua fino anche a scomparire per poi ricomparire a distanza di mesi o anche anni; quando si ripresenta generalmente non vi è alcun motivo apparente, anzi il più delle volte compare nei momenti di maggiore tranquillità e benessere.Esistono anche forme di depressioni più lievi ma prolungate nel tempo; si tratta delle cosiddette "distimie". In questi casi la persona manifesta tutto quello che si è finora descritto ma in forma più attenuata e in genere questi sintomi non conducono ad una vera e propria invalidità però la persona che ne soffre risulta affaticata, pessimista, scontrosa e "sempre di malumore"; è la classica persona che fa fatica a vivere.

In un fase successiva tenterò di raccontare il peso e la valenza che assume oggi il fenomeno della depressione e le possibili modalità per accedere ad adeguate risoluzioni terapeutiche.

L'obiettivo che ci si prefigge è quello di far conoscere, anche se in modo generico, i sintomi che possano portare, sia la persona affetta che i familiari, a riconoscere una malattia che se si ha la possibilità di individuare in tempo, si può oggi affrontare e gestire adeguatamente, riducendo di gran lunga i rischi di gesti estremi nel peggiore dei casi, e salvaguardando comunque una buona qualità di vita.

2^ puntata

Dott.ssa Francesca Cianci

Psicologa - psicoterapeuta

fracianci@alice.it

LA DEPRESSIONE OGGI

E' inquietante assistere oggi al fatto che una società sempre più industrializzata e avanzata come la nostra, produca sempre più individui depressi; più il cosiddetto "progresso" va avanti velocemente, freneticamente, più il disagio della gente diventa crescente. Oggi la realtà esterna è davvero assai poco rassicurante; di continuo assistiamo ad immagini catastrofiche, di guerra, di distruzione, di minacce e pericoli incombenti. Tali messaggi e tali immagini in un modo o nell'altro penetrano nella nostra vita mentale e si fanno strada trasmettendoci in qualche modo un sottile sentimento di angoscia, di impotenza, di rischio ormai cronico. Negli ultimi tempi questi messaggi sono diventati così ricorrenti che non li notiamo neanche più; entrano nella nostra vita inconscia in modo più o meno automatico. Apprendiamo troppo frequentemente di morti strazianti, di violenze senza limiti e l'istintiva "naturalezza" con cui ci troviamo a reagire è indicativa di una svalutazione della gravità dei fenomeni che automaticamente però danneggia un sanno funzionamento emotivo all'interno di ognuno di noi; tutto questo, in breve, agisce dentro la nostra mente e nel nostro inconscio e viene a creare quasi una cappa depressiva collettiva di cui spesso il singolo individuo non se ne rende conto. Non è difficile dunque fin qui, comprendere che i sentimenti depressivi provengono in gran parte anche dal rapporto con la realtà esterna e dunque oggi vanno sempre più diffondendosi. Per quanto riguarda le modalità di cura della depressione, bisogna ricordare che se il quadro clinico viene affrontato in tempo, le possibilità di guarigione aumentano. In tempo vuol dire prima che i sintomi abbiano la possibilità di strutturarsi e in un certo senso di cronicizzarsi. Oggi nella quasi totalità dei casi un trattamento terapeutico adeguato permette alla persona depressa di ritornare ad avere un buon equilibrio mentale ed emotivo e una buona qualità di vita.. Con le cure oggi disponibili anche un depresso grave può vedere scomparire i propri sintomi e tornare a condurre una vita normale. Il motivo principale per cui le persone depresse non vengono adeguatamente curate, consiste nel fatto che la depressione spesso ancor oggi non viene riconosciuta né a volte considerata come malattia. Spesso viene percepita più come un disagio di tipo "morale" o esistenziale, che come un disturbo clinico, ancor più quando la persona depressa ragiona bene, cioè "funziona" in modo corretto: Di conseguenza non vengono ricercati né farmaci né strumenti di cura; sia i familiari che la persona stessa, preferiscono parlare di "stress, o di "esaurimento", o collegare il fenomeno depressivo a qualche evento che ne possa essere stata la causa( una separazione, un lutto, un fallimento lavorativo, un grosso dispiacere, ecc...)... intanto il processo depressivo fa il suo percorso e serpeggia in modo subdolo e sottile, finchè non si presenteranno episodi più eclatanti. Questa svalutazione dei sintomi non permette di arginare in tempo il processo di cui si parla.. Dunque occorre innanzitutto sapere che si tratta di una vera e propria malattia in cui si intrecciano componenti organiche, biochimiche, e vissuti psicologici. Conviene pertanto consultare uno specialista con una buona esperienza che possa guidare la persona depressa attraverso un percorso che, nella maggior parte dei casi, necessita di cure farmacologiche. Molto spesso è opportuno associare ai farmaci una buona psicoterapia; uno psicoterapeuta esperto di disturbi depressivi saprà accogliere il soggetto depresso e stabilire con lui un rapporto di empatica fiducia, offrendo alla persona gli strumenti utili perché possa riuscire ad affrontare la propria quotidianità e ritrovare una buona qualità di vita da sostituire alla triste sopravvivenza del depresso

3^ puntata

Dott.ssa Francesca Cianci

Psicologa-Psicoterapeuta

1 commento:

  1. dell'istigazione, della liberazione del suicidio ... che ne pensa?

    grazie
    se può rispondere

    g

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