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Sono una psicologa siracusana e provo una grande passione nel trasmettere il mio pensiero e le mie conoscenze

domenica 11 ottobre 2009

La chiesa stia al suo posto. di Francesca Cianci

La Chiesa stia al suo posto!

Famiglie allargate, divorzi, nuove convivenze, coppie di fatto… sono questioni e problematiche che certamente si prestano a molteplici chiavi di lettura ma è dato che ogni interpretazione indica un’etichetta, una posizione, una veste, sia essa laica o cattolica. Ritengo che una certa “obiettività” su tematiche così complesse, che si prestano a sfaccettature interpretative a più livelli, è da far passare attraverso un’analisi più “clinica” e insieme sociologica.

Per addentrarci in maniera più corretta all’interno di tali disquisizioni, al di là di qualsivoglia atteggiamento o credenza personale, non è possibile prescindere da una riflessione che consideri l’attuale struttura socioeconomica del nostro paese e la dimensione culturale che ne consegue.

E’ ovvio e fin troppo scontato che il Papa consideri le famiglie allargate uno dei peggiori mali che stà alla base della nostra società, in contrapposizione alla tradizionale famiglia cattolica; è altrettanto ovvio che i laici ridimensionino tale “tragedia” sfoderando gli aspetti più confortanti, elevandolo a tratti quasi a modelli di vita ottimale, tirando in ballo ipocrisie cattoliche e moralismi anacronistici. Credo che il vero non stia né da una parte né dall’altra.

Un’ interpretazione più adeguata deve tener conto di dati che prescindono da visioni cattoliche o laiche. Non è possibile “diagnosticare” e sentenziare secondo visioni personali che appartengono a posizioni globalmente “di parte”. I mali della società non sono attribuibili né alle famiglie allargate né ai nuclei di stampo tradizionale sanciti con il vincolo del matrimonio religioso.

La posizione del Papa peraltro non si limita ad interpretazioni di confronto, ma si spinge “come si conviene”, a lanciare moniti e a cercare di “persuadere” l’opinione pubblica!

Un dato di fatto obiettivo è per esempio che i bambini, indipendentemente dal contesto di vita a cui appartengono, necessitano di condizioni base perché si formi una struttura di personalità sana, equilibrata e solida, che abbia insite componenti rispondenti ad un adeguato sviluppo psicoemotivo, al fine di affrontare la vita con le inevitabili difficoltà che comporta, e con l’obiettivo di diventare persone sane. A tal fine i bambini e gli adolescenti in genere, hanno bisogno di ricevere messaggi sani, chiari e affettivi, hanno bisogno di fidarsi degli adulti che hanno attorno, siano essi inseriti in famiglie allargate, tradizionaliste o laiche, cattoliche o musulmane, o siano anche solo coppie di fatto. Detto questo, scivoliamo su un terreno più genericamente sociologico: la storia va avanti, che piaccia o no, non si può leggerla attentamente se non la si ripercorre a partire dal passato, la fuoriuscita delle donne dalle mura domestiche, la loro entrata nel mondo del lavoro, una maggiore sensibilizzazione e un’acquisita presa d’atto rispetto alle frustrazioni e alle antiche violenze sommerse e nascoste, hanno inevitabilmente modificato la struttura della società, i ruoli sono cambiati nel tempo, sia all’interno delle famiglie, sia all’interno di relazioni più globali; è cambiato di conseguenza anche il modo di porsi e le modalità di interazione circa i ruoli “istituzionalizzati”, vedi i docenti e tutte quelle figure che un tempo avevano in mano il potere incondizionato; i bambini oggi sono abituati fin dalla nascita ad avere attorno figure che non sono solo quelle genitoriali, il nucleo strutturale della famiglia ha cambiato immagine.

Non si tratta di evidenziare ipocrisie o difendere posizioni tradizionaliste che portano in un certo qual modo a “temere” i cambiamenti della storia; si tratta invece di prendere atto dei tempi che si evolvono e della trasformazione che questo comporta. Diversamente ci si impregna di demagogia, di conformismo cieco o di ribellione, di anarchia o di qualunquismo.

La psicologia, la neurologia, la sociologia, la pedagogia e altre discipline psicosociali, hanno fissato nel tempo alcune “verità” che è bene evidenziare all’interno di pareri e opinioni, tenendo conto, come si è già detto, che tali “punti cardini” devono essere adattati e messi in relazione ai ritmi e ai tempi della società in movimento.

In definitiva è possibile e lecito sperare che le menti clericali allarghino i loro orizzonti di pensiero e adottino di conseguenza atteggiamenti meno impositivi e meno arroganti? In alternativa siamo costretti a sorbirci moniti e sentenze all’interno di una cecità pericolosa che disconosce la storia!

Francesca Cianci

1 commento:

  1. Ci mancava solo che il vaticano dicesse a Lino Banfi di criticare la stessa fiction che esso sesso più o meno direttamente produce..

    http://www.forumfamiglie.org/allegati/rassegna_16743.pdf

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