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lunedì 12 ottobre 2009

I nostri bambini:uomini e donne del domani. di Fancesca Cianci

I NOSTRI BAMBINI : UOMINI E DONNE DEL DOMANI.

Conseguentemente ai quasi quotidiani episodi di violenza nelle scuole, di bullismo, di storie penose che evidenziano sempre più massicciamente il degrado verso cui stiamo pesantemente scivolando, si assiste ultimamente ad una specie di “stato di allerta” da parte di associazioni, enti, alcune scuole, quelle più sensibili… quasi come uno stato di emergenza che rivela una sorta di preoccupazione generale.

E’ tipico dei meccanismi da fenomeno. Allo stato attuale quasi ogni giorno leggiamo fatti riguardanti episodi di bullismo o di violenza con relativi commenti, inchieste, opinioni del giorno dopo; scendono in campo pensatori e filosofi, psicologi ed esperti vari. Andrà avanti ancora per un po’, poi cadrà tutto nel perenne desolante silenzio di sempre.

Occorre “approfittare” del momento di “passionalità” per creare nelle scuole un tipo di organizzazione nuova, che miri a “creare una mentalità”, a cambiare cioè le vecchie abitudini per sostituirle con nuovi sistemi e metodologie a cui si spera, con il passar del tempo, ci si possa abituare.

Le abitudini, nel tempo, creano un “mentalità”, e allora che le scuole si allertino in maniera operativa, oltre che denunciare sgomento e preoccupazione! Come? Comincino i dirigenti scolastici ad istituire presso i propri istituti corsi formativi, gestiti da personale competente, rivolti ai docenti e al personale Ata, agli studenti e alle famiglie. Comincino a creare spazi aperti agli alunni, agli insegnanti e ai genitori(i cosiddetti sportelli), dove tutti possano accedere per ricevere strumenti adeguati e creare così una rete di contati aperti, a supporto di qualsiasi difficoltà o esigenza di chiunque. Comincino a porre le basi per sensibilizzare gli studenti, insieme alle famiglie, a partire dalle scuole elementari, al fine di riuscire a parlare un linguaggio comune, all’interno delle diverse realtà.

Fino a quando la scuola resterà un’istituzione chiusa, volta solo ad impartire nozioni, i nostri bambini continueranno a vivere realtà scisse e frantumate, gli insegnanti da una parte, le famiglie dall’altra, il più delle volte gli uni contro gli altri.

Bisogna demolire la mentalità secondo cui i genitori e gli insegnanti si incontrano solo due volte l’anno, durante l’orario di ricevimento, o sulle scale,velocemente, per carpire al volo qualche confidenza del professore.

Non è una favola, può diventare realtà.

Francesca Cianci Psicologa-psicoterapeuta.

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