PRIMA DI APRIRE LA BOCCA ASSICURARSI CHE IL CERVELLO SIA INSERITO

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Sono una psicologa siracusana e provo una grande passione nel trasmettere il mio pensiero e le mie conoscenze

lunedì 12 ottobre 2009

La scuola. di Francesca Cianci

LA SCUOLA: I BAMBINI, “OGGETTI” DI RIFORME

E’ veramente un universo fragile, frammentario e disordinato, quello in cui si muovono oggi i nostri bambini. La contraddizione di fondo è una: in teoria oggi più di ieri si hanno a disposizione maggiori e migliori strumenti per guardare ai bambini e per far sì che le loro potenzialità si sviluppino in modo ottimale; di conseguenza oggi la “quantità” di nozioni e di informazioni di cui disponiamo dovrebbe permettere di evitare gli errori grossolani che un tempo creavano ostacoli imponenti alla crescita e alla formazione sana di bambini e adolescenti, specie in ambito scolastico, territorio in cui si manifestano prevalentemente i loro disagi. Oggi si ha la pretesa di elevare le menti, di stimolare le capacità, di creare reti aperte di collaborazione, si cercano ossessivamente figure specialistiche di sostegno e di riferimento. E’ da dire però che assieme ai programmi “di eccellenza” e ai tentativi di perfezionamento nelle varie aree, offriamo ai bambini di continuo messaggi di precarietà e di incertezza che di certo non giovano a solidificare la loro crescita. La comunicazione attorno a loro è sempre più frettolosa, frammentaria, incompleta, a volte anche anaffettiva. I bambini si trincerano dentro un mondo costellato da computer, playstation, cellulari, chat; adoperano un linguaggio tecnicistico dentro un mondo che gli adulti non hanno la possibilità né la voglia di condividere, si circondano di tutto ciò che possa loro servire ad estraniarsi e a non partecipare alla loro stessa vita… è un autismo collettivo! Quello che in realtà riusciamo ad offrire ai nostri bambini è una moltitudine di stimoli e di nozioni dentro un gigantesco universo di solitudine. Si è preoccupati di fornire una formazione tecnicistica e impersonale più che una effettiva vicinanza che permetterebbe loro di crescere più solidi. A scuola il discorso non cambia: i docenti, spesso genitori anch’essi, vivono un disagio anche doppio: quello di genitori e quello di coloro ai quali spetta il compito della formazione dei bambini, adulti di domani. Ma l’incubo dell’avanzamento tecnicistico domina su qualunque altro tipo di bisogno. Che certezze possono dare ai nostri ragazzi i docenti impregnati essi stessi d’incertezza e precarietà? Che spazio e che tempo è previsto nelle scuole per le relazioni umane tra allievi e docenti? Un anno tre maestre, l’anno successivo il maestro unico, un anno abolito il grembiulino, l’anno dopo nuovamente il grembiulino, un anno i giudizi, l’anno dopo i voti… oggi l’illustre ministro Gelmini preferisce porre l’attenzione sul voto in condotta permettendosi di tagliare risorse fondamentali come gli insegnanti di sostegno e togliendo alla scuola la possibilità di creare spazi fondamentali come i laboratori, contesti importantissimi ai fini della relazione tra insegnanti e alunni… come si può pensare che i bambini sviluppino una personalità sana e solida tra questa serie interminabile di incertezze e contraddizioni, circondati da normative che cambiano di continuo, a cui non fanno neanche in tempo ad abituarsi dato che l’anno successivo è già tutto diverso; le loro menti in formazione sono ingolfate di nozioni e di stimoli frenetici, le loro giovani personalità sono guidate da ritmi ansiogeni che neanche gli adulti riescono a metabolizzare. Gli insegnanti sono lasciati in balia di se stessi, costretti ad affrontare una molteplicità di problematiche senza che sussistano le condizioni primarie per poter operare in un clima sereno e sicuro… tutto questo è sconcertante e sconfortante, sia per chi deve educare e formare, compito non semplice già di per sé, sia per chi deve apprendere e assimilare, lungo un percorso che si fa sempre più complicato. Un luogo comune attuale è: i bambini oggi hanno troppo! Io ritengo al contrario che i bambini oggi abbiano veramente troppo poco.

Dott.ssa Francesca Cianci

Psicologa-psicoterapeuta

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