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Sono una psicologa siracusana e provo una grande passione nel trasmettere il mio pensiero e le mie conoscenze

domenica 4 ottobre 2009

Donne Persone. di Francesca Ciaci

DONNE PERSONE

Su “Unità” dal 12 agosto è aperto il dibattito circa “il silenzio delle donne”. Ancora oggi sul sito Internet del giornale il dibattito è sistematicamente arricchito da commenti, messaggi e analisi. Più volte ho avuto modo di scrivere in relazione a problematiche femminili e circa le modalità con cui viene espresso ancor oggi il tema della “discriminazione” nei confronti delle donne. Rimango convinta che, seppur ovvio che non bisogna tacere e che è necessario continuare ad alzare la voce nei confronti di tutto ciò che caratterizza la discriminazione femminile(e non solo), il rischio che si corre è quello di svilire e di alterare ossessivamente quella che è una diversità di mentalità e di modo d’essere che contraddistingue il mondo femminile da quello maschile. Mi riferisco alle modalità ossessive con cui “si festeggia” l’8 marzo, contribuendo a mercificare un significato storico che va al di là delle cenette tra donne, all’attenzione spasmodica verso ogni atteggiamento proveniente da qualsiasi tipo di elemento maschile, alla vulnerabilità eccessiva di molte categorie di donne ossessionate dal difendersi a priori da qualsiasi posizione che leggono non al femminile, storico che va al di là delle cenette tra donne, all’attenzione spasmodica verso ogni atteggiamento proveniente da qualsiasi tipo di elemento maschile, alla vulnerabilità eccessiva di molte categorie di donne ossessionate dal difendersi a priori da qualsiasi posizione che leggono non al femminile, agli atteggiamenti anacronistici e alle prese di posizione fuori luogo e fuori tempo. Tutto questo anzicchè evidenziare discriminazione, significa a mio parere, senso di inferiorità e insicurezza legata ad una non accettazione delle diversità… un sentirsi subalterne a tutti i costi! Il rischio è quello di raggiungere l’abolizione delle diversità, non della subalternità. Cosa diversa è evidenziare e lottare per il riconoscimento di legittimi diritti legali e civili. La mentalità che continua a portare alla subalternità non si combatte con le “quote rosa” , i “posteggi rosa”, il “telefono rosa”... Si legge, sull’”Unità” di domenica 27 settembre, di una ragazza che afferma di aver notato che quando gli uomini si rivolgono ad altri uomini, si parlano tra di loro, quando si rivolgono alle donne urlano e assumono un’espressione particolare… posso permettermi di pensare che all’interno di questi commenti ci sia qualche traccia di mania di persecuzione? Mi piace di più pensare che quando una donna raggiunge livelli di un certo spessore e arriva a ricoprire ruoli e posti di rilievo, quello che appare è certamente una maggiore ricchezza e una maggiore completezza rispetto ad un maschio “importante”. Attenzione donne, credo sia arrivato il momento di dare una sbirciatina più attenta all’elemento persona insieme a quello di donna o maschio, e di uscire da vecchi schemi che vogliono ancora e sempre la donna sofferente e bisognosa rispetto al maschio cui tutto è dovuto. Spero che questo mio pensiero non venga frainteso e che non susciti l’ira di qualche donna ancora particolarmente attaccata a stereotipi ormai vecchi e stantii.

Francesca Cianci

1 commento:

  1. Non so che pensare,da maschietto il femminismo mi ha sempre attratto particolarmente : D

    "..la vulnerabilità eccessiva di molte categorie di donne ossessionate dal difendersi a priori da qualsiasi posizione che leggono non al femminile, agli atteggiamenti anacronistici e alle prese di posizione fuori luogo e fuori tempo. Tutto questo anzicchè evidenziare discriminazione, significa a mio parere, senso di inferiorità e insicurezza legata ad una non accettazione delle diversità… un sentirsi subalterne a tutti i costi! Il rischio è quello di raggiungere l’abolizione delle diversità, non della subalternità."

    il riferimento è forse ad articoli come quelli di questo blog? :D

    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/09/13/la-teoria-maschilista-della-schiavit-femminile

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