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lunedì 12 ottobre 2009

Pedofilia oggi. di Francesca Cianci

LA PEDOFILIA OGGI: DIFENDIAMO I NOSTRI BAMBINI

Non intendo annoiare chi legge con la solita storiella sui pedofili, chi sono, perché lo sono diventati, qual è la loro struttura di personalità e quali traumi hanno subito durante la loro infanzia.Molto è stato già detto e discusso sul fenomeno. La mia intenzione è piuttosto quella di cercare di delineare un profilo generico della situazione-pedofilia allo stato attuale, al fine soprattutto di fornire una chiave di lettura “pratica” a genitori e adulti in genere, in modo da salvaguardare e proteggere i bambini da tale rischio. Il pericolo maggiore per i bambini non è rappresentato dal vecchio bavoso nascosto in posti impensabili, o dal signore sconosciuto che gentilmente offre loro la caramella all’uscita da scuola; può sembrare strano ma il rischio più frequente si trova nell’ambito familiare, proprio tra i componenti della famiglia, spesso tra parenti “insospettabili” che conoscono bene e frequentano l’ambiente in cui vive il bambino. Solitamente i bambini sono abituati a diffidare di chi non conoscono;al contrario si fidano di chi conoscono: gli amici dei genitori, i parenti affezionati e rispettati all’interno della famiglia, che spesso sono anche persone rispettabili all’interno della società più allargata, gli insegnanti,i medici che ruotano attorno al nucleo familiare, gli istruttori sportivi ben conosciuti dai genitori, il sacerdote(perché no?!) a cui fa riferimento la famiglia, insegnanti di doposcuola,ecc… . Detto dunque che i pedofili sono persone assolutamente comuni e che cadere nella loro trappola è molto più facile di quanto si possa immaginare, il primo passo che ogni genitore ha il dovere di compiere nei confronti dei propri figli è quello di “prevenire” informando. Molto spesso gli adulti hanno una forma di pudore o di resistenza a parlare con i bambini di certi argomenti. Non c’è niente di più sano che informare il bambino di quello che succede nel mondo e attorno a lui. Ovviamente in modo adeguato e con modalità appropriate secondo l’età. I bambini spesso non sono in grado di riconoscere il pericolo, di distinguere quello che è bene da quello che è male, gesti innocenti da comportamenti perfidi e ambigui, affettuosità sane da affettuosità finalizzate; tenerli all’oscuro di rischi e pericoli è molto più pericoloso del pericolo stesso; occorre dunque metterli al corrente della realtà. Parlare con loro rappresenta uno strumento di fondamentale importanza, non usarlo è una forma di deprivazione, è un torto nei loro confronti. Come si spiega un fenomeno del genere proprio dentro il nucleo-famiglia, in un periodo storico in cui la continua modernizzazione della società dovrebbe produrre livelli di benessere sempre più alti, con aspettative di qualità di vita sempre più elevate? Il paradosso è che i continui rapidi cambiamenti a cui oggi andiamo incontro, introducono all’interno del sistema famiglia livelli di stress e di “velocità” tali da rendere lontane e difficoltose le relazioni interpersonali soprattutto tra genitori e figli. Figurarsi se c’è tempo per spiegare ai nostri figli come riconoscere le situazioni pericolose! Quando li vediamo i nostri figli, se per la maggior parte del tempo sono affidati a baby sitter, ad insegnanti privati, o nel migliore dei casi “piazzati” davanti a televisioni e computer, mentre noi ci occupiamo d’altro! Dunque ancora e sempre l’appello va alle famiglie. Lungi dall’adottare atteggiamenti di ossessiva diffidenza nei confronti di amici, parenti o punti di riferimento vari, cerchiamo comunque di avvicinarci di più ai nostri figli, di conoscerli nelle loro sfumature caratteriali, nei loro umori, nelle loro abitudini; impariamo ad ascoltare il loro linguaggio per avere poi la possibilità di saperlo usare quand’è il momento, avviciniamoci ai loro termini, alle loro espressioni per parlare con loro e farci sentire vicini, usiamo le fiabe con i più piccini, le metafore, per far capire loro quanto è sano e quanto non lo è, per abituarli a diffidare di chi vuole usarli e approfittare della loro innocenza e della loro “ignoranza” . Il conoscere è uno strumento che abbiamo il dovere di fornire ai nostri figli. In definitiva occorre realizzare che il pedofilo non è un mostro lontano da noi e da loro; togliamo al concetto di pedofilo l’etichetta che ce lo fa sentire distante dalla nostra vita. Chiunque molesta, disturba e infastidisce i nostri bambini è da tenere lontano e da considerare un pericolo per loro, che si chiami pedofilo o in qualsiasi altro modo!

Francesca Cianci

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