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domenica 11 ottobre 2009

Ansia e autostima nel giovane. di Francesca Cianci

ANSIA E AUTOSTIMA NEL GIOVANE: LA PSICOTERAPIA, UNO STRUMENTO PER CONOSCERSI E PER CONOSCERE.

Le sindromi ansiose sono quasi sempre legate a problemi di autostima. Questo è ancor più vero nei giovani. Il meccanismo dell’autostima comincia a svilupparsi fin dalla nascita; se un figlio è stato voluto e accettato, è probabile che sarà anche apprezzato e stimato dai genitori che l’hanno desiderato, ed è probabile dunque che quel figlio crescerà più forte e più sicuro di sé rispetto ad un figlio che è stato maldigerito fin dalla nascita, o spesso anche prima. C’è un gran parlare su quanto oggi i giovani siano vuoti e privi di valori. Devo dire, a dispetto di questi luoghi comuni, che conosco tanti giovani più ricchi di valori e di sentimenti oggi rispetto a ieri. Il giovane che ha una buona stima di se stesso è certamente più protetto da se stesso, si muove più disinvoltamente nel mondo e tra la gente, e soprattutto è più abile nel far fronte alle avversità che gli si presentano. Il giovane che ha una buon autostima non ha paura di sentirsi escluso dal gruppo se non si comporta come gli altri; sa stare da solo senza “sentirsi solo”, non necessita di droghe o di comportamenti paradossali ed estremi per sentirsi qualcuno, perché sa di essere già qualcuno, non ha bisogno di continue conferme che glielo dimostrino.Il bisogno dello sballo e della trasgressione esasperata in definitiva altro non è che il desiderio di non essere se stessi, di uscire da una vita che non sentono propria, di estraniarsi dalla propria persona che non è gradita. Se il giovane si piacesse e fosse messo nelle condizioni di vivere una vita che gli piace, non avrebbe la necessità di cercare il pericolo e l’alienazione nei casi più gravi. In breve con lo sballo e con la trasgressione il giovane ricerca l’attenzione di cui è stato in qualche modo deprivato, richiede che si guardi a lui come quello che è, non come quello che vorremmo che fosse. Nell’uragano del mondo adolescenziale, il giovane chiede che non si cerchi di cambiarlo, che lo si aiuti ad essere quello che è; chiede di stare accanto a lui perché possa permettersi di piacersi e rafforzare dunque un valore che è il primo in assoluto, il valore del sé, il piacere della scoperta della vita, il coraggio di autocriticarsi e di mettersi in discussione. Senza una buona autostima è difficile non farsi prendere dall’angoscia o dallo svilimento davanti alle difficoltà o alle sfide che la vita propone. Il meccanismo dell’ansia in questo caso rappresenta un blocco emotivo, una disfunzionalità, un conflitto tra ciò che si vorrebbe essere o fare e l’incapacità di attuare questo bisogno. La psicoterapia infine è uno strumento attraverso il quale il giovane può riuscire a prendere coscienza di tutto questo e colmare dunque quelle carenze che lo hanno portato a sofferenza.

Francesca Cianci

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