PRIMA DI APRIRE LA BOCCA ASSICURARSI CHE IL CERVELLO SIA INSERITO

PRIMA DI APRIRE LA BOCCA ASSICURARSI CHE IL CERVELLO SIA INSERITO

Informazioni personali

La mia foto
Sono una psicologa siracusana e provo una grande passione nel trasmettere il mio pensiero e le mie conoscenze

martedì 13 ottobre 2009

Le classi ponte. di Francesca Cianci

LE CLASSI PONTE

All’interno del clima surriscaldato che l’Italia sta vivendo nell’ultimo periodo attorno all’universo scuola, è mio desiderio porre l’attenzione sull’argomento delle “classi ponte”, cioè quelle classi che dovrebbero servire per “affrontare senza preconcetti il problema dell’insegnamento a ragazzi stranieri nelle nostre scuole”. La motivazione che sta dietro a questa proposta è quella di poter permettere ai bambini stranieri di “essere alla pari” con gli studenti italiani. Ma davvero la cecità di chi propone simili programmi arriva al punto tale da non percepire quali possano essere gli effetti devastanti di tali scelte? Soprattutto per quanto riguarda la crescita psicologica, intellettiva ed emotiva dei bambini! C’è ancora chi ritiene che integrazione sociale, relazioni umane e affettive, inserimento e pari opportunità, possano dipendere da nozioni impartite in modo linguistico, seppur corretto e approfondito? Essere alla pari con i bambini italiani non significa saper parlare l’italiano come loro; significa riuscire ad entrare dentro la loro cultura proponendo nel contempo la cultura di provenienza dei bambini stranieri. E’ nelle diversità che si realizzano le pari opportunità. E’ la diversità che arricchisce sia gli uni che gli altri. Si pensi a come si possano sentire i bambini provenienti da altri paesi, in una terra straniera, dove vengono collocati in uno spazio chiuso solo a loro, per cercare di fare in modo che “si adeguino al contesto”! è il miglior modo per marcare una condizione di inferiorità, di subalternità, che certamente non crea né le condizioni per una vera integrazione socio-ambientale né i presupposti per una condizione di benessere dei bambini stranieri. Una vera integrazione deve essere basata sulle diversità culturali, sugli scambi di sapere, più che su linguaggi correttissimi. Le classi ponte rischiano gravemente di trasformare gli studenti in bambini socialmente disuguali e dunque rischiano di strutturare conflitti che si trasformerebbero inevitabilmente in grossi disagi per i bambini stranieri. Da un punto di vista più strettamente psicoemotivo inoltre si creerebbero le condizioni propizie per far sì che si sviluppi un terreno in cui probabilmente si infiltrerebbero componenti di intolleranza, di violenza e di aggressività. E ancora, i bambini, ed è un fatto universalmente riconosciuto, imparano con molta disinvoltura termini e linguaggi nuovi, stando a stretto contatto con i loro coetanei, da cui imparano non solo la nuova terminologia, ma soprattutto nuove abitudini, nuovi modi di comportamento, nuove culture che, per quanto capace possa essere l’insegnante, difficilmente riuscirebbe a trasmettere dall’alto di una cattedra. Lo stare assieme tra bambini di culture diverse non può che portare beneficio a tutti loro. Stando insieme all’interno di una stessa classe, si mettono in moto dinamiche vantaggiose per l’intera scolaresca: il coinvolgimento nelle attività ludiche, l’affiancamento nelle diverse discipline, la comunicazione gestuale per entrare in contatto, la complicità, la curiosità reciproca… sono tutti stimoli che favoriscono lo sviluppo sano dei bambini tutti, italiani e non. Una vera integrazione riguarda sia i bambini stranieri che italiani e non passa attraverso l’adeguamento forzato e sofferto degli uni agli altri. Evitare la possibilità di un’integrazione in tal senso peraltro, fa disperdere grandi possibilità di apprendimento e di crescita intellettiva. Ci sarebbe ancora molto da dire su queste e altre devastazioni che si stanno operando oggi nella scuola italiana. Si dovrebbe capire che il punto cardine della scuola dovrebbe essere quello di creare relazioni, imparare a leggere gli intrecci tra un luogo e l’altro, tra le diverse culture, cercare le radici dell’essere uomo e capire quali sono stati nel tempo gli errori di cui si è stati responsabili… ah dimenticavo! Certamente mentre si impara a leggere, scrivere e far di conto!

Francesca Cianci

Nessun commento:

Posta un commento