PRIMA DI APRIRE LA BOCCA ASSICURARSI CHE IL CERVELLO SIA INSERITO

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Sono una psicologa siracusana e provo una grande passione nel trasmettere il mio pensiero e le mie conoscenze

mercoledì 27 giugno 2012

PSICOLOGI IN PARLAMENTO...perchè no?!

PSICOLOGI IN PARLAMENTO...

E' noto che i disagi psicologici e le psicopatologie sono il risultato di una complessa interazione tra fattori generici e fattori socio-ambientali. Si assiste oggi ad un profondo cambiamento delle patologie e dei disturbi che traggono origine dall'intreccio tra mente e cultura. La sintomatologia delle ansie, delle manifestazioni depressive e dei disturbi psichici si mantiene in linea di massima stabile negli anni, sono cambiate oggi piuttosto, le cause che stanno alla base di tale malessere, nonchè le modalità di trasmissione e di diffusione. Un fenomeno che desta preoccupazione è certamente l'elevato incremento di disturbi di tal genere all'interno della popolazione giovanile e spesso anche infantile. Ogni giorno, nell'ambito della mia attività professionale, riscontro un sempre più crescente numero di giovani affetti da fragilità emotiva, da crisi d'identità, da sintomatologia ansiosa e depressiva, da malattie psicosomatiche che coprono sofferenza e infelicità... Spesso negli ultimi tempi mi interrogo quando mi trovo a dover "diagnosticare" i sintomi di chi si rivolge a me, come persona addetta a risolvere le problematiche cliniche inerenti alle diverse patologie psichiche. Fare diagnosi significa riconoscere la sindrome e risalire al disturbo fondamentale che si cela dietro i sintomi. La diagnosi stabilisce il legame tra la realtà oggettiva e la realtà personale del soggetto in questione e del contesto in cui quest'ultimo è inserito. Allo stato attuale si evince che le gravi perturbazioni a cui ci espone la realtà socioeconomica e politica del momento, procurano un impatto psicologico devastante sui giovani, sulle loro famiglie e perfino sui bambini, inseriti all'interno di contesti instabili e precari. Il legame tra le malattie cosiddette neurovegetative e le condizioni socio-economiche in cui verte il nostro paese, è oggi quantomai forte, al punto tale da determinare quasi un fenomeno. Troppi i giovani che si rivolgono allo psicologo perchè in condizioni di stress, di disagio, di confusione, di fragilità emotiva, incapaci di reagire dinnanzi a minime difficoltà, incapaci di proiettarsi e programmare un minimo di prospettiva futira, demotivati e svuotati, incapaci di tessere relazioni che non siano filtrate da facebook, giovani fragili, irascibili, rabbiosi, stanchi nonostante la giovane età... troppi i genitori che si rivolgono allo psicologo perchè afflitti e preoccupati per il comportamento dei propri figli e per il loro futuro, segnati da un senso di colpa perchè impotenti dinnanzi all'incapacità di poter garantire loro una qualsiasi prospettiva di vita... troppe le mogli devastate da un rapporto coniugale triste e appiattito, preoccupate a causa di un marito che ha perso il posto di lavoro... troppe le madri depresse e avvilite, troppi i padri indeboliti dall'impossibilità di fornire ai propri figli un sano modello di vita... ruoli sconquassati, figli senza genitori-guida, genitori deprivati dal naturale ruolo di "guida"... Tutto questo fa riflettere! Ecco che, di fronte a queste circostanze di vita, fare diagnosi diventa problematico e ancor più problematico diventa stabilire il piano terapeutico. Si posso diagnosticare le manifestazioni cliniche dei casi, ma trattare le cause all'origine di tali disturbi rappresenta oggi, per gli psicologi, una questione davvero difficile... si tratta troppo spesso di problematiche la cui origine ha sede nella sfera sociopolitica ed economica. Sono condizioni di vita da cui spesso non si può fuggire, che influenzano la salute psichica di intere popolazioni; oggi più che mai la condizione di vita in cui vertono le nostre famiglie e i nostri giovani, avviluppati dentro un'atmosfera nebulosa e instabile, è causa di disfunzionalità emotiva e psichica, dovuta ad una struttura sociale ed economica malata, ad un sistema socioculturale che produce malattia... allora ben vengano gli addetti ai lavori chiamati a diagnosticare e a migliorare le vite degli afflitti, ma gli psicologi non facciano l'errore di diagnosticare patologie improprie, penalizzando solo il singolo individuo, quando ci si trova dinnanzi ad un vero e proprio fenomeno derivante dallo scenario politico e sociale che si è determinato già da qualche anno... uno psicologo in parlamento?... perchè no?!

Francesca Cianci

psicologa psicoterapeuta

PSICOLOGI IN PARLAMENTO... perchè no?!

lunedì 11 giugno 2012

LA CORRUZIONE "GRECA" DELLA CLASSE POLITICA SIRACUSANA di Francesca Cianci

Interessante spunto di riflesione offre l'articolo pubblicato su La Sicilia del giorno 03.02.12 circa il concetto di "vis e ipocrisia" dei Greci e riguardo la genetica greca che caratterizzerebbe l'attuale classe politica corrotta. Sarebbe opportuno a questo proposito aggiungere qualche altro elemento che potrebbe essere utile al fine di una visione più completa delle origini greche dei siracusani tutti. Più che di genetica in senso stretto, preferirei riferirmi ad una sorta di "grecità" essenziale legata proprio alle origini di Siracusa e del siracusano. A Siracusa tutto è testimonianza di grecità, basta sollevare una mattonella di una qualsiasi strada e viene fuori la Grecia, dappertutto si respira aria greca tra i siracusani, ma più che alla genetica penserei ad uno "spirito greco", ad un legame di continuità tra il popolo siracusano e le sue origini. Se si vuole si può facilmente leggere nella mentalità e nella caratterialità del siracusano qualche caratteristica essenziale dello spirito greco, per esempio i greci hanno trasmesso ai siracusani il concetto della fisicità, della prestanza, dell'immagine, dell'arte e dell'estetica, il culto dell' "uomo bello"... altro intuibile legame tra lo spirito greco e l'animo siracusano si può intravedere nella tendenza alla liberazione dal male... la proiezione dell'ideale greco di democrazia, inteso non come istituzione ma come desiderio interiore, come mentalità... la tradizione di libertà dei greci credo sia insita nella storia del popolo siracusano... e ancora l'anima di Siracusa si può leggere anche e soprattutto attraverso la drammaticità tipica dello spirito greco... Antigone, simbolo universale dell'amore fraterno... il coraggio di ribellione a leggi ingiuste... il rapporto tra amore e sacrificio, impregnato di pathos e di sofferenza...

Molti illustri storici si sono adoperati al fine di ricostruire la personalità storica di Siracusa, cogliendo tratti tipici della mentalità del nostro popolo, in relazione alla tipologia della caratterialità dei greci. Attraverso le pagine storiche emerge un profilo del siracusano-greco atavicamente desideroso di libertà, di giustizia, di virtù, di spiritualità, di verità. Il sogno di libertà di Dione, che subì esilio e persecuzioni, rimase nei secoli il simbolo di Siracusa.

La forza, il culto delle abilità, il senso dell'estetica, la competitività, lo sprezzo del pericolo, l'invincibilità dell'uomo, il potere del divino e la sua ineluttabilità... tutto questo lega l'uomo greco al siracusano di sempre, che in ultimo è il prodotto del processo di elaborazione e di assimilazione degli elementi ricevuti dalla tradizione greca... anche l'"agire sotto mentite spoglie" dei greci era motivato da fini nobili e potenti , secondo i crismi dell'antica cultura ellenica. Inoltre nell'antica Grecia l'uomo si considerava prima di tutto "orgoglioso cittadino" della polìs e grande era il senso etico della doverosa appartenenza alle città stato.

Personalmente ho avuto la fortuna di poter accedere ad una formazione classica durante gli anni adolescenziali, purtroppo a quell'età non si fa un buon uso di tale privileggio, però forse qualcosa rimane nel tempo della memoria, se non altro a livello di una certa "mentalità greca"; dunque per quanto possa fare appello ai ricordi degli studi di un tempo, non mi sovviene alcun elemento in relazione ad una "ipocrisia greca" o all' "azione sotto mentite spoglie", concetti che secondo i riferimenti dell'articolo letto su La Sicilia, sarebbero caratteristiche riconducibili alla "corrotta" classe politica attuale. Piuttosto credo che la corruzione o la sete di potere che distinguono alcuni uomini da altri, politici e non, siracusani e non, poco o nulla abbia a che fare con la genetica legata alle tradizioni di un popolo, specie quando ci si riferisce alle nobili origini da cui abbiamo l'onore di discendere. Personalmente credo che all'interno del cosiddetto "partito dei profitti personali" abitino molteplici categorie di persone legate tra loro da una sorta di cupidigia, frutto di mentalità personale più che di caratterialità legata alle origini. Hitler e Mussolini non si erano arricchiti, Berlusconi si!

In definitiva, ho la fortuna di essere una siracusana e se non mi sento di scomodare la genetica, mi sento invece orgogliosa e fiera di appartenere in qualche modo alla grandiosità della nostra storia.

 

 

 

lunedì 12 dicembre 2011

IL CARDINALE LAW A SANTA LUCIA

IL CARDINALE LAW ALLA PROCESSIONE DI S.LUCIA... LA CHIESA INTERVENGA


Il cardinale statunitense Bernard Francis Law, ex arcivescovo di Boston, il 13 dicembre 2002, fu travolto dall'accusa di aver taciuto per anni sui numerosi casi di preti pedofili, di cui era a conoscenza, responsabile di aver coperto sacerdoti a lui sottoposti. Per questo fu costretto a dimettersi dalla diocesi americana.

Il cardinale Law è oggi arciprete della Basilica Liberiana di S.Maria Maggiore a Roma; è componente delle congregazioni: per i Vescovi, per le Chiese Orientali, per il Culto Divino e le Discipline dei Sacramenti, per gli Istituti di Vita consacrata, per le Società di Vita Apostolica, per l'Evangelizzazione dei Popoli; è membro della Congregazione del Pontificio Consiglio per la Famiglia... per la famiglia! ... il cardinale dello scandalo!

A distanza di 9 anni, proprio il 13 dicembre 2011, sarà proprio lui, ospite graditissimo, a celebrare il panegirico della Santa Patrona, su invito dell'arcivescovo di Siracusa, mons. Pappalardo, per ricambiare gentilezze e affettuosità nei confonti di alcuni fedeli recatisi a Roma anni addietro. Gran belle doti affettive rivela effettivamente l'arcivescovo criminale!

A nome delle donne tutte, cattoliche e non, mogli,madri, figlie, e non, a nome delle donne appartenenti al comitato "se non ora quando" di Siracusa, a nome (oserei dire) anche degli uomini, a nome di tutte le persone che possano vantare una coscienza, mi corre l'obbligo di denunciare un evento gravissimo che non può e non deve passare inosservato. Questo criminale, arciprete emerito della Papale Basilica Liberiana di S. Maria Maggiore, che ha permesso che molteplici violenze e abusi sessuali su bambini passassero sotto silenzio e che dunque venissero perpetuati, ripudiato e cacciato dalla diocesi americana, viene invitato, ospite graditissimo, a tenere il panegirico della Santa Patrona!

Mi rivolgo fondamentalmente alla Chiesa e ai cattolici tutti. La Chiesa che condanna il divorzio, l'aborto, il profillattico, il matrimonio tra gay, e quantaltro abbia a che fare con qualsivoglia forma di cosiddetta "etica morale"...oggi, in occasione di questo scandaloso invito, la chiesa, le congregazioni cattoliche, le associazioni tutte, hanno il dovere di lanciare un segnale grosso, bloccando la partecipazione di questa persona alla manifestazione religiosa in onore di Santa Lucia, in nome di un'etica e non solo religiosa! Questo si deve non solo alle donne, fondamentalmente ai bambini, ai giovani e alle giovani, ai maschi tutti... a tutti coloro a cui appartiene una coscienza!


Francesca Cianci

giovedì 27 gennaio 2011

profilo psicologico di un premier e dell'Italia di oggi

PROFILO PSICOLOGICO DI UN PREMIER E DELL’ ITALIA DI OGGI






Come psicologa, più volte ho sentito forte la spinta di guardare al presidente Berlusconi sotto un profilo clinico, da un punto di vista di caratterialità patologica, e tutte le volte che mi ritrovo a riflettere su questo aspetto che peraltro, punto di primaria importanza, influenza le sorti di un intero paese, il mio pensiero valutativo mi porta a concludere che più che di caratterialità in senso lato, si tratta di “Disturbo di personalità” altamente significativo.

Non è certamente mia intenzione emettere una diagnosi psichiatrica a proposito di una persona che non conosco direttamente, mi limito solo a constatare che i tratti comportamentali del presidente Berlusconi calzano a pennello con un tipo di patologia denominata “Disturbo Narcisistico di Personalità”. Il narcisismo patologico, quando raggiunge livelli di forte intensità è da considerarsi causa di severa preoccupazione da un punto di vista psichiatrico.

Il disturbo narcisistico che affligge Berlusconi ha tutte le caratteristiche cliniche della sindrome conclamata: smisurata richiesta di ammirazione, fantasie di successo e di potere illimitati che raggiungono tratti di “delirio di onnipotenza”, paranoie di complottismo con evidenti e manifeste manie di persecuzione, atteggiamenti antisociali alternati ad esplosioni vulcaniche di collericità (preferisce agire dietro le quinte, evita relazioni dirette, telefona aggredendo e minacciando verbalmente), tendenza alla menzogna spudorata, forte necessità di manipolazione della realtà, frequente perdita di controllo… che potrebbe degenerare al punto da condurre ad una complessa e preoccupante confusione mentale che aggraverebbe ancor più la sua condizione psichica, già fortemente compromessa. In breve potrebbe arrivare alla totale perdita di controllo del Sé… in questo caso si parlerebbe già di “forma demenziale”.

A caratterizzare ancora la sindrome narcisistica è la totale inconsapevolezza dei propri disturbi per cui solitamente vengono rifiutate visite e controlli medici; tutte le persone affette da patologie psichiche di tale entità non hanno un’adeguata consapevolezza dei propri disagi, conseguentemente non sono in grado di reggere confonti, giudizi, né critiche di alcun tipo. Fondamentalmente i narcisisti non riescono a comprendere né limiti né equilibri. In genere, se si tratta di maschi, amano attorniarsi di tante donne, nel tentativo di riempire una continua ed esasperata sete di potere illimitato e di “sublimare” una consistente dose di insicurezza e di vuoto che caratterizza e sottolinea anche una marcata incapacità di vivere una sessualità adeguata. Tale sindrome comporta ancora un’ emozionalità infantile ed immatura, un nucleo affettivo non sviluppato in modo sano e adeguato, anche da un punto di vista sessuale (considerata la profonda precarietà emotiva che stà alla base di tali disfunzioni di personalità, preferiscono per esempio “assistere”, più che “partecipare” da protagonisti e creare le condizioni per godere in modo indiretto, attraverso travestimenti o simili). Questo ed altro ancora porta ad una distorsione cognitiva e ideativa come conseguenza di una dispercezione in relazione alla realtà esterna; si è portati peraltro ad essere circondati solo da persone da cui ci si sente “adorati”, nei confronti delle quali si è spinti ad una “bontà d’animo” e a forme di “altruismo” e “generosità” esasperate ed eccessive, senza controllo alcuno; tale “disponibilità emotiva” è tesa più o meno intenzionalmente a consolidare e in un certo senso “ricambiare” l’ammirazione e l’adorazione ricevuta; di contro non accettando critiche e confronti, personalità di tal genere possono arrivare a sprigionare un tremendo e illimitato odio verso chi si pone in contrapposizione (i nemici). Non si ha la capacità di autovalutare i propri comportamenti, né le conseguenze a cui si può giungere, e allo stesso modo non si riesce a giudicare obiettivamente i comportamenti altrui, se questi non passano attraverso un sistema di piagerìe e compiacimenti.

Il disturbo narcisistico caratterizza un tipo di personalità che manipola la realtà e la verità oggettiva, invertendo il tutto, distorcendo e negando. E’ attraverso il meccanismo della “negazione” che la persona narcisista filtra i fatti obiettivi, mettendo in atto una percezione di se stessi e del modo,distorta e perversa.

Si parla di “sindrome narcisista” quando si è in presenza di: mistificazione, senso di grandiosità, fantasie di onnipotenza, esibizionismo, enfasi nei successi, arroganza, senso di invidia, assenza di empatia, egocentrismo smisurato, incapacità di autocritica, senso di unicità ed esclusività, impulso di vendetta (derivato dalle continue frustrazioni e paranoie che tali soggetti vivono nel profondo di se stessi e di cui spesso non hanno coscienza). Solitamente si ha la tendenza a “compensare” in qualche modo tale profondo senso di mortificazione frustrante e di sofferenza intima; quando il grado di patologia è elevato si sviluppa una componente che possiamo definire “psicotica”. Ogni narcisista che si rispetti “compensa” massicciamente e platealmente la grave carenza di equilibrio psicoemotivo, con comportamenti grandiosi e azioni che creano “effetto”. La modalità che il Berlusconi sembra prediligere è di stampo squisitamente sessuale, ma anche in questo caso non si tratta di sessualità sana… è una sessualità perversa, promiscua, ambivalente, turpe e ossessiva (vedi frequentazioni di escort, veline e minorenni) con persone che esaltano e sottolineano l’illusione dell’obiettivo compensatorio.

Il paziente Berlusconi in questo senso risulta particolarmente grave, in quanto non consapevole dell’entità dei suoi disturbi e dunque non in grado di lasciarsi curare… e cosa ancor più grave, è attorniato da personaggi che hanno un forte interesse a mantenere tale condizione di gravità.

Si stabilisce pertanto un grosso circolo di patologia collettiva in cui tutti manipolano tutti.

Il rischio per il paese in questo caso è che la patologia psichica, secondo le modalità descritte, si allarghi a dismisura, coinvolgendo sempre più gran parte della collettività. Risulta già raccapricciante ritrovarsi dentro una dimensione collettiva in cui si confondono le valenze degli accadimenti… si parla di escort e veline oggi presentate all’Italia come ministri ma che nel vissuto collettivo fino a non molto tempo addietro erano personaggi di spettacolo, cantanti, cabarettiste e simili(questo rischia di distorcere nel tempo la percezione dei vissuti psichici collettivi), di funerali di stato per “eroi” morti durante “le missioni di pace”, di responsabilità del terremoto dell’Aquila, delle feste di Arcore, dei disastri finanziari del paese, delle riforme scolastiche, del legittimo impedimento, dei rifiuti di Napoli, di Veronica Lario e del malessere di Berlusconi, di Saviano, dei giudici di Milano, della magistratura corrotta, del federalismo di Bossi… a livello di percezione collettiva si comincia a fare una certa fatica a comprendere e stabilire chi e che cosa ha più importanza e maggiore priorità… si fa fatica a focalizzare il bandolo della matassa… anche i giornalisti più accreditati si ritrovano a parlare e straparlare in modo estenuante e quasi ossessivo di escort travestite da infermiere, di feste e festine stravaganti, di bugie e comportamenti ambigui da parte di questo o di quell’altro personaggio politico… per ore ed ore, per giorni e giorni, per mesi e mesi… e infine non si capisce bene quanta e quale importanza attribuire ai singoli eventi all’interno di questo enorme calderone di caos patologico… è un po’ come in una famiglia disturbata e disfunzionale, all’interno della quale i ruoli sono sovvertiti e sofferenti, tutti i membri del nucleo familiare hanno la loro parte di torto e di ragione… bisogna andare a monte… qual è il problema iniziale? Da dove nascono disfunzioni e patologie?

La disfunzione del nostro sistema-paese, oggi, nasce dalla grave patologia di un personaggio che se non fosse un presidente del consiglio, nella migliore delle ipotesi sarebbe un paziente “accudito” e curato a dovere!

I soggetti affetti da “disturbo narcisistico di personalità” leggono il mondo attraverso due uniche dimensioni: bianco o nero, amanti o nemici, adorazione (da cui si pretende adesione completa e obbedienza assoluta) o complotto… non ci sono sfumature intermedie, pertanto non è possibile che ci sia confronto, giudizio libero, rispetto delle opinioni altrui, capacita di autocritica o di ammissione di errore… altro che democrazia! Il narcisista scappa da qualunque forma di confronto, indipendentemente dalle modalità con cui questo venga attuato, perché il rischio è che dal confronto possa emergere un Vuoto e un Nulla che distruggerebbe il proprio enorme Sé; il Sé del narcisista viene invece continuamente alimentato, esorcizzato e indirizzato verso l’esibizione di performance grandiose.

Altra caratteristica tipica, sotto il profilo clinico, riguardante uno stato psichico sempre più preoccupante del nostro famoso paziente, è la bipolarità psicotica cha da un lato si configura in una sorta di delirio paranoide (tutti mi attaccano), dall’altro si contrappone il delirio di onnipotenza (io attacco tutti)… “sono superman”, ebbe a dire tempo addietro!

Non di rado può capitare che le personalità narcisistiche, se spinte da eccessiva pressione esterna, per cui ci possa essere la probabilità che venga fuori quel Nulla tanto temuto, tentino forme di suicidio… forse Bossi si sta rendendo conto di qualcosa, ultimamente stà consigliando all’amico Berlusconi di riposarsi un po’, dato il suo alto livello di stress…(sempre a causa delle persecuzioni e dei complotti di cui è vittima…).

Intanto una persona così altamente e intensamente disturbata governa un intero paese e gestisce la vita (e spesso la morte) di molti italiani, con la insana complicità di tutti coloro che non vogliono né vedere né capire…

Se Berlusconi fosse un paziente qualunque, avrebbe il sacrosanto diritto alle cure del caso, invece Berlusconi è un uomo dal potere smisurato, che con la sua folle mente è a capo di un paese devastato dalla violenza, dal caos, dal razzismo, dalla omofobia, dalla persecuzione delle diversità, dal non rispetto della legalità e delle libertà fondamentali,un paese devastato dalla malavita, dalla mafia e dalla criminalità… un paese in cui migliaia di giovani anzicchè pensare di potere andare verso un futuro migliore, si ubriacano e muoiono, un paese in cui i malati spesso muoiono per errori di diagnosi e di terapie, un paese in cui gli omosessuali vengono minacciati e picchiati, un paese in cui gli anziani sono allo sbando, malcurati e considerati “problema”, un paese in cui le famiglie sono devastate da ogni punto di vista,e ammalate, ammalati i padri, le madri e i figli, un paese in cui continuano ad aumentare stragi omicide e suicide, un paese in cui la scuola ha perso ogni sapere… un paese quasi disumanizzato, un paese folle, figlio di un padre folle!

Sono un’italiana… non so se ho più paura o più vergogna… so solo che mi sento in colpa perché nel mio piccolo universo credo di avere il diritto e il dovere etico di dissociarmi e di denunciare qualsiasi tipo di azione e di decisione arrivi da un “folle” ad intaccare la mia vita, la vita della mia famiglia e dei miei figli… è come se tacendo, mi sentissi in un certo senso connivente e complice… e io non voglio esserlo!

Francesca Cianci

sabato 18 dicembre 2010

SOLO OSSERVANDO E STUDIANDO IL PATOLOGICO SI PUO' ARRIVARE A COMPRENDERE IL NORMALE. Freud

MORALE E POLITICA

MORALE E POLITICA




Continuiamo ad assistere ad inverosimili vandalismi politici, a furti e scempi legalizzati, a scorrettezze e abusi di potere, a corruzioni e poteri di ricatto, a scandali sempre più devastanti ed esasperati. D’altra parte ci si continua a lamentare e a richiedere “dignità” della classe politica, si esige etica, correttezza, modelli comportamentali che dovrebbero essere ispirati in qualche modo, ad una qualsivoglia forma di moralità. Mi viene da pensare che forse c’è un errore d’impostazione di pensiero. Certamente la classe politica dovrebbe necessitare di un’etica che guidi e regoli i comportamenti di chi siede al potere, perché questi possano fungere da modelli per migliorare la condizione di vita di tutti i cittadini, ma la storia, soprattutto gli ultimi tempi di questa politica, non ci porta a pensare che i politici in quanto tali siano disposti a poter essere “moralizzati”(qualunque possa essere il tipo di morale, ma mi riferisco ad un tipo di etica genericamente super partes): sembra piuttosto che i giochi di potere e le dinamiche all’interno della classe politica non siano tanto guidati da meccanismi che evocano concezioni legate all’etica, quanto più specificatamente dal perseguire in via esclusiva gli interessi di ognuno. In breve, se la smettessimo di inorridire giorno dopo giorno davanti gli svariati scandali ora dell’uno ora dell’altro, potremmo dedicarci maggiormente ad esigere il semplice dovuto rispetto delle regole, delle leggi e dei programmi scritti. Se acquisissimo una modalità di pensiero più pragmatica, finalizzata infine solo ad ottenere per i cittadini giusti diritti e leggi adeguate miranti a far crescere il paese sotto il profilo economico e culturale in genere, si eviterebbero anche sporche speculazioni e soprattutto spreco di tempo e di energie… intere trasmissioni televisive o infinite pagine di giornali dedicate ai comportamenti e ai festini di Berlusconi, alle veline, alle abitudini sessuali di questo o quel ministro… è uno spreco di intelligenza. Le leggi scritte, le regole costituzionali, gli obiettivi strettamente tecnici, finalizzati ad equilibrare realisticamente la vita dei cittadini, sotto il profilo economico e socioculturale, non necessariamente devono attraversare e coincidere con una concezione di stampo “morale”. Togliamoci una volta per tutte questo desiderio, o forse questo bisogno, di giustizia morale, di rispetto per le minoranze e per le diversità, di coerenza e simili… i politici non hanno mai trasmesso “moralità” e oggi più che mai il nostro paese è ricoperto da una coltre terribile di amoralità, di indecenza, di indifferenza, di violenza. La questione morale in politica esiste da sempre, oggi si è solo drammaticamente aggravata. La mentalità di un paese è un’altra cosa e non credo si possa sperare che sia la politica di potere a fornire un modello etico sano, funzionale e prospero… la costruzione di una società migliore all’interno di un paese migliore si può realizzare invece con la collaborazione e il contributo di coloro i quali per definizione vengono chiamati “intellettuali”. Nel nostro paese stanno scomparendo gli intellettuali, i pensatori, i “persuasori”… come li definiva Gramsci. Lo stesso Gramsci sosteneva che nessuna trasformazione sociale poteva essere attuata senza il contributo attivo degli intellettuali… sono gli intellettuali che hanno una fondamentale importanza nella formazione delle coscienze, delle ideologie, delle mentalità. Forse il vero problema della nostra Italia è che sono inspiegabilmente spariti i pensatori che con la loro forza di pensiero sarebbero in grado di guidare la coscienza di un paese. Se esistessero veri intellettuali in Italia, con ogni probabilità non potrebbe esistere un Berlusconi!



Francesca Cianci